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Analisi del capello

NOTA BENE. Gli accertamenti su matrice cheratinica prescritti dalla Commissione medica locale Roma 1, attualmente non hanno per oggetto il consumo di alcol.

Ai fini degli accertamenti tossicologici per il consumo di sostanze psicotrope o stupefacenti, Il capello è forse la matrice biologica più idonea.

Per capire l’analisi del capello

Chiamato “analisi del capello” nel linguaggio comune, questo tipo di accertamento è definito in maniera più corretta con l’espressione “analisi su matrice cheratinica”, in quanto non solo il capello può essere utilizzato come matrice, ma anche i peli localizzati in altre parti del corpo (ad esempio, pube e ascelle). Capelli e peli (così come le unghie) sono formati in larga parte da cheratina, da qui l’origine dell’espressione.

Il capello, come ogni parte del corpo, è alimentato dal sangue. Se nel tuo sangue sono in circolo sostanze psicotrope o stupefacenti o loro metaboliti, è logico che queste lasceranno delle tracce nel capello, che del sangue si è nutrito.

In media, Il capello “cresce” di 1 cm al mese, sarà pertanto possibile rilevare tracce del consumo di sostanze su tutta la lunghezza del capello, riferibili al periodo in cui è cresciuto. In tal senso l’analisi del capello è la più idonea per rilevare l’uso o il consumo di sostanze psicotrope o stupefacenti, è richiesta sempre più spesso dalle Commissioni mediche locali, ma non è utile per accertare se l’effetto delle sostanze sia in corso.

La finestra diagnostica

In linea generale è possibile affermare che per l’analisi del capello la finestra diagnostica è direttamente proporzionale alla lunghezza del capello e uguale alla sua “età”, ma le cose non stanno proprio così, perché in realtà il ciclo vitale del follicolo pilifero non è proporzionale alla lunghezza del capello, se vuoi approfondire la questione leggi l’articolo Analisi del capello: quanto conta la lunghezza? [6]

Nel caso di un accertamento su matrice cheratinica è opportuno che ti astenga dal consumo di sostanze psicotrope o stupefacenti, per un periodo ottimale di 6 mesi e minimo di 3 mesi, nel caso tu faccia coincidere l’inizio del periodo d’astinenza con una rasatura completa dei capelli.

L’analisi su matrice cheratinica diversa dal capello, in genere peli localizzati in pube o ascelle, potrebbe rilevare tracce del consumo di sostanze su di una finestra diagnostica superiore ai 6 mesi, questo perché a differenza del capello, il pelo interrompe la sua “crescita” una volta raggiunti circa i 3-4 cm. Il pelo potrebbe pertanto conservare tracce del consumo di sostanze riferibili molto indietro nel tempo: anche in questo caso la soluzione è una rasatura, perché la velocità di crescita del pelo non differisce di molto da quella del capello.

Le sostanze oggetto di analisi

Le analisi del capello possono riguardare le seguenti sostanze psicotrope o stupefacenti:

In genere le analisi del capello non riguardano barbiturici e benzodiazepine. Il consumo di alcol può essere oggetto di accertamento nelle analisi del capello, grazie al metabolita chiamato etilglucoronide o etilglucoronato, in questo caso è da osservare con il GTFI non fornisce linee guida esaurienti, ma è chiaro che un tale accertamento sarebbe volto alla constatazione di un periodo di astinenza.

Il prelievo del campione

Le analisi del capello sono spesso acclamate per il fatto che il prelievo del campione non è assolutamente invasivo (come nel caso del sangue), né prevede procedure poco igieniche e imbarazzanti (come nel caso dell’urina). Il prelievo consiste nell’asportazione di almeno 200 mg di capelli, recisi quanto più possibile vicino all’attaccatura. La zona d’elezione per il prelievo è la nuca, o comunque la parte posteriore del cuoio capelluto.

L’unico inconveniente riguarda l’intervento indesiderato sulla tua acconciatura di capelli, ma la quantità di capelli prelevata è davvero ridotta.

I capelli dovrebbero essere asportati in ciocche, di norma le Commissioni mediche locali richiedono un campione della lunghezza di 2-3 centimetri, ma la lunghezza del capello non è vincolante ai fini dell’analisi.

Precauzioni

Come visto sopra, se intendi cominciare un periodo di astinenza dal consumo di sostanze, in vista di un accertamento su matrice cheratinica, è opportuno radere a zero capelli e peli. In tale circostanza è logico che dovrai conoscere con anticipo la data dell’analisi.

Altra utile precauzione, dato che parte delle sostanze che assumi sono eliminate attraverso sudorazione e ghiandole sebacee, è quella di pulire ogni oggetto che potrebbe essere intriso del tuo sudore e con cui potresti entrare in contatto dopo aver iniziato il periodo d’astinenza: spazzole, lenzuola, asciugamani, cuscini, cappelli.

È consigliabile non frequentare, almeno nell’imminenza dell’analisi, ambienti dove potresti entrare in contatto con le sostanze oggetto dell’accertamento, ad esempio, ambienti dove i capelli potrebbero essere contaminati dal fumo passivo. A riguardo è opportuno ricordare che in ambito lavorativo, in Italia l’accertamento su matrice cheratinica è ritenuto valido sono per diagnosi negative.

Una buona norma è quella di lavare a fondo i capelli prima di affrontare l’esame (anche per rispetto nei confronti del personale sanitario).

L’efficacia dell’adulterazione dei capelli, con la possibile eliminazione di tracce del consumo di sostanze, per mezzo di trattamenti o lavaggi è incerta. Le tracce delle sostanze si ritrovano nello strato più interno del capello, ma trattamenti come la colorazione permanente dei capelli riescono a penetrare anche questi strati.

Se non credi nell’efficacia delle analisi del capello, considera che la diagnosi retrospettiva su una mummia peruviana vecchia di 500 anni ha scagionato il calciatore Paolo Guerrero da un risultato positivo al consumo.