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I test psicodiagnostici

Per accertare i tuoi requisiti psichici d’idoneità alla guida, la Commissione medica locale può talvolta richiedere una valutazione psicodiagnostica. La richiesta di questo tipo di accertamento è facoltativa, ma espressamente prevista dalla normativa – anche fuori dal contesto di un accertamento svolto presso una Commissione.

I medici di cui al comma 2 o, nei casi previsti, le commissioni mediche di cui al comma 4, possono richiedere, qualora lo ritengano opportuno, che l’accertamento dei requisiti fisici e psichici sia integrato da specifica valutazione psicodiagnostica effettuata da psicologi abilitati all’esercizio della professione ed iscritti all’albo professionale (D.L.vo 285/92, art. 119, c. 9).

Perché una valutazione psicodiagnostica?

L’integrazione dell’accertamento con una valutazione psicodiagnostica, in aggiunta alla più generica visita psichiatrica [7], risponde sempre alla necessità di valutare le tue condizioni di salute psichica rispetto alle patologie invalidanti per l’idoneità alla guida.

Secondo la normativa, nelle sue diverse formulazioni, «malattie psichiche» (D.P.R. 495/92, appendice II al titolo IV, E) o «turbe psichiche» (D.L.vo 59/11, all. III, G.1) possono compromettere l’idoneità alla guida. Questo tipo di patologie spazia dal «ritardo mentale grave» alle «psicosi», dalle «turbe del comportamento gravi della senescenza» alle «turbe gravi della capacità di giudizio, di comportamento e di adattamento connessi con la personalità».

Patologie come psicosi o turbe della personalità non sono né facilmente diagnosticabili, né di facile valutazione rispetto alla loro influenza sull’idoneità alla guida: per questo può essere opportuno il ricorso al parere di un professionista qualificato, lo psicologo.

Come avviene la valutazione e cosa valuta?

Come previsto dalla normativa la valutazione avverrà con specifici strumenti di analisi, comunemente noti come “test psicodiagnostici”. Lo psicologo ti richiederà di svolgere particolari compiti, di rispondere a quesiti, di risolvere problemi, attraverso i quali saranno messe alla prova le tue capacità mentali e sondato il tuo mondo interiore.

Nel caso sia richiesta […] una valutazione psicodiagnostica, devono essere effettuate […] prove di attenzione, di percezione e, su specifica indicazione del medico o della commissione medica richiedente, prove di valutazione della personalità (D.P.R. 495/92, art. 324, c. 2).

L’obiettivo di queste prove non è la valutazione di scolarizzazione o capacità linguistiche, ma dei puri meccanismi attraverso cui la parte razionale del cervello elabora informazioni e formula risposte: le capacità cognitive di attenzione, astrazione, memoria. Nel caso di valutazione della personalità l’obiettivo è di evidenziare le caratteristiche della tua individualità psichica, chiaramente nei limiti entro cui queste potrebbero compromettere la tua idoneità alla guida, come del resto la normativa sembra considerare.

In ogni caso gli psicologi che procedono alle valutazioni previste dal presente articolo devono essere in possesso, oltre che dei requisiti di cui all’articolo 119, comma 9, del codice, di una specifica formazione nel settore della sicurezza stradale (D.P.R. 495/92, art. 324, c. 2).

È bene specificare che tutte queste prove o “test” non sono giudicate dallo psicologo in maniera soggettiva: non è il personale giudizio di questo professionista che stabilisce se la prova è andata bene o male, se la tua personalità è problematica o meno. Le prove forniscono sempre un risultato oggettivo, basato su scale di valutazione a punteggio, ottenute con criteri statistici: la tua prestazione sarà insomma giudicata su di una media statistica, in fascia bassa, media o alta.

I test più comunemente utilizzati

I “test” cui sarai sottoposto saranno a discrezione dello psicologo, che può scegliere tra la grande varietà offerta dalla comunità scientifica: non è qui possibile elencare tutti questi strumenti, saranno quindi passati in rassegna quelli più spesso utilizzati.

Prove di attenzione e di percezione

Queste prove sono utilizzate in batteria per diversificare l’analisi. Completare sequenze di oggetti coerenti, individuare sequenze erronee, evidenziare analogie tra oggetti, seguire percorsi a ostacoli mentali: molti dei passatempi proposti dai più diffusi periodici di enigmistica potrebbero offrire un’idea adeguata dei compiti richiesti, ma è importante non sottovalutare queste prove.

Valutazione della personalità

Molti sono i “test” impiegati per questo tipo di valutazione, famoso è il “Test di Rorschach”, basato sulle associazioni mentali a una serie di immagini, ma quello più comunemente usato nell’ambito di una valutazione finalizzata all’idoneità alla guida è il MMPI 2: su questo ci soffermeremo.

Ideato presso l’Università del Minnesota, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory è una raccolta dei quesiti più accreditati per la misurazione, rispetto a diversi indici patologici, della personalità di un individuo. Si tratta forse dello strumento più diffuso e collaudato a livello mondiale per quanto riguarda la valutazione delle patologie psichiche correlate alla personalità.

La prova consiste nella compilazione di un lungo questionario che conta circa 600 quesiti, ai quali il soggetto esaminato è tenuto a rispondere “vero” o “falso”. È svolta in maniera autonoma dal soggetto esaminato e per completarlo è necessaria circa un’ora di tempo (10 quesiti al minuto).

Idoneità degli strumenti di valutazione psicodiagnostica

Le prove proposte dallo psicologo nella valutazione psicodiagnostica sono utili per l’accertamento dell’idoneità psichica alla guida? Non è facile rispondere a questa domanda: tra le patologie invalidanti che la potrebbero compromettere, non si trovano patologie che possano essere da tali prove evidenziate con adeguata specificità.

Questo genere di prove è di norma utilizzato, fuori dal contesto dell’accertamento dei requisiti psichici d’idoneità alla guida, per valutare lo stato delle capacità cognitive nell’età del loro sviluppo (dai 6 ai 20 anni). Altri casi in cui sono utilizzate possono riguardare l’accertamento dell’integrità delle funzioni cognitive, in seguito a traumi cerebrali gravi dovuti a incidenti o interventi chirurgici, la selezione del personale per lo svolgimento di compiti che richiedano elevate prestazioni psichiche.

La guida è un’attività che richiede un certo impiego delle tue capacità cognitive, che comporta dei rischi se queste non sono adeguate alle prove a cui ti sottopone il traffico caotico delle odierne metropoli. Ma tra i requisiti psichici d’idoneità alla guida, non è richiesta alcuna particolarità delle capacità cognitive che gli strumenti psicodiagnostici utilizzati per la valutazione mettono in evidenza.

Insomma, per capire se un semaforo è verde o rosso, è forse necessaria un’analisi colorimetrica del segnale luminoso!?