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Gli accertamenti tossicologici

Il consumo di alcol, sostanze psicotrope o stupefacenti e medicinali può essere sintomo di patologie invalidanti alla guida, patologie che possono compromettere i tuoi requisiti psichici d’idoneità [7].

Istituite per accertare, nei casi previsti dal D.L.vo 285/92, art. 119, c. 4, i requisiti fisici e psichici d’idoneità alla guida, le commissioni mediche locali possono richiedere a tal fine degli accertamenti tossicologici, di norma in seguito a sospensione (e successivo rinnovo) della patente di guida.

NOTA BENE. Trovi qui spiegati fini e mezzi diagnostici degli accertamenti, in altre pagine trovi approfondimenti su analisi del sangue [8], analisi delle urine [9], analisi del capello [10]. Un approfondimento sugli accertamenti richiesti dalla Commissione medica locale Roma 1 è alla pagina accertamenti CML Roma 1 [11], le questioni pratiche alla pagina 6. Gli accertamenti tossicologici [12], i recapiti delle strutture alla quali potersi rivolgere nella sezione strutture e contatti [13].

Gli obiettivi degli accertamenti tossicologici.

Gli accertamenti tossicologici sono finalizzati ad accertare che il tuo consumo di alcol, sostanze e medicinali non oltrepassi determinati limiti, oltre i quali è ritenuto sintomo di patologia invalidante alla guida.

Alcol.

In questo caso, la normativa considera sintomo di patologia solo la dipendenza da alcol. L’obiettivo degli accertamenti è pertanto stabilire che tu sia in grado di interrompere l’assunzione di alcol per un determinato periodo di tempo: la dipendenza da una sostanza è l’incapacità di interrompere la sua assunzione oltre il periodo in cui gli effetti da questa prodotti nell’organismo scompaiono.

La patente di guida può essere rilasciata o rinnovata al candidato o conducente che si sia trovato in stato di dipendenza dall’alcool, al termine di un periodo constatato di astinenza, previa valutazione della Commissione medica locale (D.L.vo 59/11, allegato III, E.1).

Se in questo periodo, una ”finestra prognostica”, la tua astinenza fosse accertata, sarebbe provato che non sei dipendente da alcol. La durata della finestra prognostica è a discrezione della Commissione medica locale, ma si può affermare che di norma la durata minima è di un mese.

Sostanze stupefacenti o psicotrope e medicinali.

Un discorso differente deve essere fatto per le sostanze psicotrope o stupefacenti e per alcuni tipi di medicinali. In questo caso, la normativa considera sintomo di patologia «uso di sostanze stupefacenti o psicotrope e abuso e consumo abituale di medicinali (D.L.vo 59/11, allegato III)», per cui prevede che:

La patente di guida non deve essere rilasciata né rinnovata al candidato o conducente che faccia uso di sostanze psicotrope o stupefacenti […] Che abusi o faccia uso abituale di qualsiasi medicinale o associazione di medicinali nel caso in cui la quantità assunta sia tale da avere influenza sull’abilità alla guida (D.L.vo 59/11, allegato III, F.1 e F.2.1).

Questa formulazione si discosta in parte dal testo che in precedenza era il punto di riferimento in merito:

La patente di guida non deve essere rilasciata o confermata ai candidati o conducenti che si trovino in stato di dipendenza attuale da alcool, stupefacenti o sostanze psicotrope né a persone che comunque consumino abitualmente sostanze capaci di compromettere la loro idoneità a guidare senza pericoli (D.P.R. 495/92, allegato XXII, F).

In particolare l’espressione “candidato o conducente che faccia uso” è suscettibile di diverse interpretazioni, che spettando alla Commissione medica locale, non rendono qui possibile fornire informazioni precise sugli obiettivi degli accertamenti tossicologici del consumo di sostanze stupefacenti o psicotrope e medicinali.

Tra le tante interpretazioni, il consumo occasionale potrebbe esse considerato un significato di “fare uso”. Secondo questa interpretazione, l’obiettivo degli accertamenti sarebbe pertanto stabilire che tu non consumi sostanze psicotrope o stupefacenti e medicinali. In questo caso, la Commissione medica locale potrebbe prevedere una finestra prognostica di alcuni mesi, prescrizioni più rigide sul termine di validità dalla patente.

I laboratori e le analisi.

La Commissione medica locale prescrive accertamenti tossicologici del consumo di alcol, sostanze psicotrope o stupefacenti e medicinali per accertare la tua idoneità alla guida, a tal fine:

Può avvalersi di singoli consulenti oppure di istituti medici specialistici appartenenti a strutture pubbliche, con onore a carico del soggetto esaminato (D.P.R. 495/92, art. 330, c. 6).

La Commissione, incapace di esprimere un giudizio, richiede che tu sia sottoposto a una serie di esami medici che possano evidenziare i sintomi della patologia: le analisi cui sarai sottoposto saranno svolte presso ambulatori e laboratori indipendenti dalla Commissione.

Se le commissioni possano avvalersi esclusivamente di risorse pubbliche non è chiarito dalla normativa, che peraltro non prevede alcuna sanzione in caso le risorse siano private. Su questo argomento può essere utile leggere l’articolo Arrestato il Presidente dalla Commissione medica locale Roma 1 dott. Maurizio Ferraresi [14].

Le analisi di laboratorio possono rilevare la presenza di alcol, sostanze psicotrope o stupefacenti e medicinali nel tuo corpo, possono essere oggetto di analisi anche i “metaboliti” delle sostanze per le quali è stato prescritto l’accertamento.

Il metabolita di una sostanza è il prodotto del suo metabolismo, della sua trasformazione chimica all’interno del tuo corpo dopo l’assunzione. Per questo è possibile accertare il consumo di una sostanza rilevando la presenza di un suo metabolita: è come se si accertasse il consumo di una mela basandosi sulla presenza delle bucce nel cestino dell’immondizia.

Oltre a sostanze e metaboliti, le analisi possono aver per oggetto determinati parametri fisiologici, chiamati genericamente “marker”, in quanto utilizzati per denotare una particolare condizione fisiologica. In questo caso è come se si accertasse il tuo consumo di alcol dal fatto che hai le guance paonazze.

Le matrici biologiche

Le analisi possono rilevare la presenza di sostanze o di loro metaboliti nel tuo corpo, determinare il livello di alcuni tuoi parametri fisiologici. Le analisi dovranno pertanto essere svolte su campioni del tuo materiale biologico, questi campioni sono chiamati ”matrici biologiche” nel gergo di laboratorio.

Qualsiasi parte del tuo corpo è una matrice biologica adatta all’accertamento, ma per analisi su vivente sono di norma utilizzati come campioni le seguenti matrici:

Non è la matrice biologica che contraddistingue la tecnica di analisi. Oltre alla differenza nella modalità di prelievo del campione, l’aspetto da tenere in considerazione è la capacità della matrice di trattenere al suo interno le sostanze oggetto di analisi e i loro metaboliti.

Il tuo organismo metabolizza tutte le sostanze che assumi, le trasforma estraendone le parti necessarie o al suo sostentamento ed eliminando quelle che non lo sono: le sostanze assunte rimangono all’interno del tuo corpo per un tempo determinato.

La ”finestra diagnostica” (o di rivelazione) è il limite temporale entro il quale le analisi possono rilevare il consumo di una sostanza. Questo limite varia in funzione della matrice biologica, è in concreto la distanza a ritroso nel tempo entro la quale le analisi sono capaci di rivelare il consumo di una sostanza, speculare alla finestra prognostica.

Gli accertamenti tossicologici sono così in grado di accertare non solo l’attuale consumo di una sostanza, ma anche il suo consumo in un periodo di tempo pari alla finestra diagnostica.

Finestra diagnostica per matrice biologica

MatriceFinestra
sangue e salivaore
urinegiorni
capellomesi

I livelli di analisi.

Gli accertamenti tossicologici hanno valore medico-legale, il referto ottenuto dal laboratorio può essere utilizzato a sostegno di provvedimenti giudiziari, come nel caso della sospensione della patente di guida. Il valore medico-legale è garantito dal laboratorio che effettua le analisi, se queste avvengono nel rispetto delle linee guida del Gruppo tossicologi forensi italiani [15] (GTFI).

Le linee guida del GTFI prevedono due livelli di analisi:

Come stabilito dalle linee guida, i livelli di analisi hanno rilevanza rispetto al valore medico-legale del referto, in caso di positività:

Non può avere validità forense un risultato positivo ottenuto attraverso un’unica prova di screening. È pertanto indispensabile che tale risultato sia verificato da u’analisi di conferma su una nuova aliquota di campione (GTFI – Linee Guida per Strutture dotate di Laboratori per gli accertamenti di Sostanze d’Abuso con Finalità Tossicologico-Forensi e Medico-Legali, Revisione n. 5 del 29 maggio 2017).

La differenza determinante tra i due livelli di analisi è che le analisi di controllo forniscono risultati qualitativi, mentre le analisi di conferma forniscono risultati quantitativi. Il primo è un esame indiretto, come se si lanciasse una palla contro un vetro per vedere se si rompe, mentre il secondo è un esame diretto, come se si esercitasse una pressione sul vetro per quantificare la forza necessaria a romperlo.

Analisi di controllo e conferma hanno entrambi un limite quantitativo, al si sotto del quale non è possibile rilevare la presenza della sostanza: questo è il valore soglia o cut-off. Il valore soglia è la concentrazione quantitativa minima di sostanza presente nel campione oltre la quale: la sua presenza è considerata rilevante nelle analisi di controllo, può essere rilevata la sua presenza nella analisi di conferma.

Un risultato positivo a un’analisi di conferma accerta che tu presenti i sintomi di una patologia psichica invalidante alla guida.

Nelle analisi di controllo, pur esistendo un valore soglia, non è possibile all’operatore sanitario verificare in maniera diretta il quantitativo della sostanza rilevato. Il valore di riferimento di tale esame è solamente uno: “negativo”. Un eventuale risultato positivo accerta che tu abbia presumibilmente consumato la sostanza, in quanto possono verificarsi casi di “falsi positivi”, di norma invece il risultato negativo consente di escludere che tu abbia consumato la sostanza anche se esistono i casi di “falsi negativi”.

Tieni dunque presente che per gli esami di controllo, se nel campione è presente, per esempio, lo 0,005% (cinque millesimi) di THC (principio attivo della cannabis) o il 100%, il risultato è uguale: “positivo”.