Le ferie non finiscono mai! Un’opinione su come la Commissione ha gestito l’emergenza CoViD-19

Lo sappiamo, non è stato facile per nessuno fronteggiare un’emergenza seria e senza precedenti come quella del CoViD-19. Grazie ai suoi titanici sforzi la Commissione medica locale Roma 1 ha comunque fatto tanto per la sua affezionata utenza, vi state domandando cosa? Ecco la risposta: niente.

Cosa è successo in sintesi?

Purtroppo non è così facile capire cosa sia successo, il reale significato delle vaghe terminologie di fase 1, fase 2, fase 3, rispetto alle quali il nostro governo ha fornito le sue molteplici disposizioni. Una cosa però è certa: per un dato periodo del 2020, marzo-aprile circa, il Servizio sanitario nazionale è stato sottoposto a una fortissima pressione.

Possiamo comprendere che la Commissione medica locale, parte del Servizio sanitario nazionale, abbia risentito di questo clima di pressione, incertezza, abbandono, impotenza.

Sappiamo che poco dopo l’inizio del cosiddetto “lockdown” o “fase 1”, il 10 marzo, per adeguarsi alle disposizioni del governo, le ASL cominciarono a sospendere a tempo indeterminato gran parte delle prestazioni e visite mediche, prenotate e non, fino ad arrivare a un blocco delle prenotazioni delle prestazioni con classe di priorità D (differibile) e P (programmata) e di quelle offerte dalle Commissioni mediche locali.

La prenotazione delle prestazioni con classe di priorità D (differibile) e P (programmata) è stata ripristinata dall’ASL Roma 1 a inizio luglio, mentre la prenotazione della visita medica presso la Commissione è tutt’ora sospesa: cerchiamo di capire i motivi di una tale situazione, assimilabile a una vera e propria interruzione di pubblico servizio.

Cosa ha detto e cosa ha fatto la CML Roma 1?

L’emergenza CoViD-19 non è stata solo un momento di disperazione, se è vero che sono i momenti di crisi a tirare fuori il meglio di noi, allora questa emergenza è stata un’occasione per dimostrare cosa siamo in grado di fare.

Sin dal 14 marzo le migliori forze del nostro paese misero in piedi un protocollo volto ad affrontare e contenere la presenza del CoViD-19 negli ambienti di lavoro, lungo un percorso che sarebbe arrivato fino alla fine del “lockdown” il 4 maggio e sarebbe terminato alla fine della stato di emergenza, il 31 agosto (prorogato al 15 ottobre). Tale protocollo stabiliva le linee guida per garantire la sicurezza dell’attività lavorativa.

Utilizzo delle mascherine, pannelli di protezione, distanziamento sociale, accessi contingentati e scaglionati, misurazione della temperatura corporea, lavoro agile, pulizia e sanificazione, detergenti per le mani: queste erano quelle linee guida che le persone di buona volontà hanno dovuto adottare per continuare a svolgere il proprio lavoro, nell’interesse della comunità.

Il luogo di lavoro e l’attività della CML Roma 1 presentavano però delle criticità intrinseche: impossibilità di svolgere prestazioni sanitarie tramite lavoro agile, presenza massiccia di un’utenza “fragile” ossia esposta con maggiori rischi agli effetti del CoViD-19 (persone anziane o con problemi di salute preesistenti), un luogo di lavoro inadatto a ospitare l’utenza rispettando il distanziamento sociale, se non addirittura il comune buon senso, ripensando al periodo precedente all’insorgere dell’emergenza.

La Commissione optò quindi per sospendere la propria attività, come da comunicazione del 13 marzo, aprendo però in qualche modo al lavoro agile: il 21 marzo la ASL Roma 1 pubblicava un comunicato riguardante la proroga di validità di alcuni titoli abilitanti alla guida, specificando alla fine che:

Tutti i cittadini che avevano appuntamento con la Commissione Medica Locale Asl Roma 1 verranno richiamati per una nuova disponibilità.

La Commissione si sarebbe insomma presa briga di ricontattare tutti coloro che si erano visti sospendere l’attesissima visita medica.

Sappiamo che la Commissione ha sempre cercato di rispondere alle richieste inviate al suo indirizzo di posta elettronica, salvo poi interrompe quest’attività a fine giugno, forse per l’eccessivo carico di lavoro. Per quanto riguarda la linea telefonica della Segreteria, ci sono state notizie contrastanti, ma certo non confortanti sul numero di tentativi necessari per stabilire un contatto, mentre da inizio maggio presso la portineria del Dipartimento Interaziendale di Medicina Legale sita in Lungotevere della Vittoria 3, del personale era stato incaricato di fornire risposte a chi si fosse avventurato fin là.

Ad oggi però, ormai rientrati dal periodo della ferie, non ci sono più certezze sull’attività della CML Roma 1. Sembra che la Commissione abbia cominciato a contattare chi si era visto la visita sospesa, ma fornendo una nuova data di suo arbitrio, senza possibilità di adattarla alle esigenze dell’utenza, mentre le prenotazioni in loco sono a tutt’oggi sospese: difficile ottenere il permesso di guida provvisorio senza la ricevuta, che dalle prenotazioni via posta raccomandata o on-line non è fornita!

La strategia adottata dalla CML

Tirando le somme sembra proprio che la strategia adottata dalla Commissione medica locale Roma 1 sia stata quella di tirare i remi in barca e aspettare che le passi la tempesta.

Erano due le opzioni che infatti si sono profilate all’inizio dell’emergenza, per qualsiasi attività: chiudere e aspettare il ritorno della normalità oppure, appena consentito dalla disposizioni del governo, riaprire e affrontare costi e sacrifici, anche se l’impresa non vale la spesa, ma a beneficio della comunità.

È ammirevole che la CML Roma 2 e la CML Roma 3 abbiano optato per la seconda, ripristinando tutti i servizi intorno alla fine di maggio.

È strano che la CML Roma 1 abbia optato per la prima, forse nell’attesa della fine dello stato di emergenza (15 ottobre) e con il rischio di accumulare una mole di lavoro arretrato insostenibile, nonché, se le attività non riprenderanno entro il detto termine, provocare un’inequivocabile interruzione di pubblico servizio.

La Commissione, a fronte degl’incredibili forzi compiuti per il pubblico beneficio si è goduta le sue sacrosante e meritatissime ferie, ma agosto è finito … le scuole hanno riaperto, possibile che per la Commissione medica locale Roma 1 le ferie non finiscano mai?!

COMMENTI

2 commenti su “Le ferie non finiscono mai! Un’opinione su come la Commissione ha gestito l’emergenza CoViD-19
  1. La colpa è dell’Enel che non vi fulmina ! Già costa un botto fare queste patenti poi ci mettete pure il tempo alla fine ci piazziamo lì sotto in 2/300 persone e poi ne parliamo ! Chi viene che ci fanno subito le patenti?

    1. Giancarlo, speriamo che con questo rinvio al 30 aprile forse riescono a farci le patenti in tempo, te quando dovevi fare la visita?

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